Monesiglio nella letteratura
Hanno riservato a Monesiglio un dignitoso spazio nella poesia e nella narrativa:
C. Prandi in " Canti delle Langhe" ed. Bertello CN 1957 ove ne rievoca la posizione geografica e le frequenti inondazioni, nel modo seguente:
…………
"Nel Bormida si specchia e alui si dona,
quando l'onda gli parla in suon cortese;
ma quando avventa furibonde offese,
allora con lui non burla, ma tenzona…..
…………
Augusto Monti, in "I Sanssoussi" ed. Araba Fenice CN 1989,
scrive:
"……Un paese così, sosteneva mio padre: quella gioventù eran figli di artigiani, bifolchi, ….birbi protervi e indemoniati finchè volevi, ma capaci pur sempre di serbare in tutti i loro comportamenti un garbo ed una misura da degradar qualunque cittadino……."
B. Fenoglio in "La malora" Ed. Einaudi, TO 1963
Scrive a proposito di tal Giovanni Braida:
"Verso i vent'anni mio padre era stato un bel po' via di casa, a Monesiglio, a fare il garzone…..Ci stette quasi due anni, finchè" desiderando prender moglie, " voleva portarsi a casa una donna di Monesiglio.
E così, gli ultimi mesi a Monesiglio li passò a cercarsi la sua …."
Vi trovò " Melina, un po’ carabiniera, mai vista su un ballo, di chiesa ma senza perderci le bave!....".